Dietro il bunker – I parte

Cari lettori, oggi pubblicheremo quello che è l’esempio di un soggetto breve, dal quale possiamo già dedurre una sceneggiatura o un soggetto lungo 20-30 cartelle. Questa è la prima di tre parti (a cadenza bisettimanale) di una storia in cui il protagonista, Alessandro, famoso autore di reality televisivi, si trova alle prese con un nuovo programma che rischia di far naufragare la sua carriera. Decide così di tentare il tutto per tutto per risollevarlo… ma, per farlo, dovrà scavare nel suo passato. Buona lettura!!!

Il bunker è un reality show dove dieci persone vengono rinchiuse sottoterra in in rifugio costruito durante la Seconda Guerra Mondiale. Tempo di permanenza, quattro mesi. Sono trascorsi tre mesi, quando la storia comincia. Si sono ritirate cinque persone, quindi il montepremi è calato da quattro a due milioni di euro. Non sono previste eliminazioni; il voto viene messo su una pagina di Social Network.

Settembre 2009, campagna toscana

Stai guidando con la testa confusa dall’alcool. La tua Mini sta sfrecciando a velocità sostenuta per quella stradina provinciale sgombra di traffico. La radio ti entra dentro le orecchie, creando una barriera tra te e il mondo esterno. Prendi una birra dal sedile del passeggero. La strappi con i denti; quando eri al liceo, ti faceva sentire figo farlo. Fuori è quasi il tramonto; guardi quella luce rossastra scomparire dietro la collina e sorridi. A un certo punto lo vedi. Sta correndo in mezzo alla strada per prendere il pallone che gli è sfuggito. Provi a frenare. Ma lo hai visto troppo tardi e i tuoi riflessi appannati da quella birra scura hanno fatto il resto. Lo schianto si mischia alla musica. Ti fermi per qualche secondo. Ti guardi intorno. Solo campagna. Te ne vai, sapendo di aver ucciso un bambino. Sapendo di aver rovinato la vita a un po’ di persone.

Dicembre 2014

Sono seduto alla mia scrivania. Davanti a me ho dozzine di monitor. Mi chiamo Alessandro, ho quarant’anni e sono l’autore-capo di un nuovo reality show: Il bunker. È cominciato da tre mesi. L’idea è stata quella di rinchiudere dieci ragazzi in un bunker della Seconda Guerra Mondiale ristrutturato per l’occasione. All’inizio, la produzione è rimasta estasiata della mia idea. Mi ha assegnato altri autori con cui avrei dovuto costruire un audience da record. Un audience che invece, dopo poche settimane, è crollato vertiginosamente. Purtroppo i personaggi che abbiamo spedito là dentro non si sono rivelati così speciali; vivacchiano e aspettano di uscire per diventare famosi. Il premio messo in palio è cospicuo, si parla di quattro milioni di euro. Tanto vero? Beh, sarebbe dovuta essere solo una minima parte degli introiti pubblicitari che avremmo dovuto incassare; ma adesso, a un mese dalla chiusura, rischiamo veramente di vedere il programma cancellato. Ho un appuntamento con la produzione domani mattina. Decideranno il da farsi. Non mi dò per vinto. Mentre i cinque concorrenti rimasti stanno mangiando, io sto sfogliando centinaia di fascicoli di potenziali nuovi personaggi da far entrare, per dare un’ultima chance al programma. Mi cade l’occhio su uno di questi: Mario Calamassi, trentotto anni, bell’aspetto. Fra le note vedo il particolare che cercavo, vedo la speranza di tornare a riscuotere consensi. È stato processato cinque anni fa per aver investito con la sua auto un bambino, ferendolo a morte. Perfetto. Dentro il bunker c’è Pietro Barabino, che cinque anni fa ha perso un figlio proprio in mezzo alla strada: che succede, se li metto a contatto l’un l’altro per un mese? È un rischio, ma lo devo correre. È il mio mestiere.

Pietro sta fumando una sigaretta in una delle poche stanze con aspiratore. È veramente dura vivere sottoterra per i cinque concorrenti, ma tre mesi senza vedere la luce del sole valgono quattro milioni di euro. ne parlano spesso, nelle rare volte che sono tutti riuniti. Non sono nate molte amicizie: Riccardo, il figo, il palestrato, quello che fa impazzire tutte le ragazzine d’Italia, si è fidanzato ormai da un mese con Caterina. I due passano ore ed ore accovacciati dentro le coperte. Si amano, è una cosa bella, ma non per il programma, che senza attriti scivola via stancamente. Michele sta leggendo un libro sdraiato sul divano. Dopo due settimane dall’inizio dell’avventura, ha litigato con Pietro, e i due non si parlano più. Sara è sotto la doccia; ha un bel rapporto di amicizia con Caterina, il resto del giorno si dedica a stuzzicare Michele. È l’unico momento pepato delle ventiquattro ore, troppo poco.

È assorto nei suoi pensieri, Pietro. Troppo pochi cinque anni, per dimenticare suo figlio. Quando è solo estrae dalla tasca una sua foto, che porta sempre con sé. È separato dalla moglie, non la sente da anni: troppo forte il dolore, troppo forti le litigate e gli scaricamenti di colpe, per restare insieme. Ha cercato il programma proprio per cercare di evadere da un limbo senza fine, ma non ha trovato conforto all’interno di quei muri una volta usati per difendere il Duce dalla guerra da lui voluta.

Ci siamo. È il momento di sapere se avrò un’altra possibilità. Entro dentro fiducioso, ho un bell’asso da giocare. Mi accolgono con pochi sorrisi e molta sfiducia. Gli chiedo l’ultima possibilità; loro, dopo attimi in cui sembrano intenzionati a negarmela, me la concedono, fino al prossimo martedì, quando la diretta dirà se ho avuto torto o ragione. Manca una settimana. Stasera pioveranno critiche sul programma, verrà già probabilmente annunciato su tutte le testate dei quotidiani la cancellazione prossima de Il bunker. sono le due di mattina di mercoledì. Non riesco a prendere sonno. Alle nove ho un appuntamento con Mario. Gli dovrò annunciare che sarà il prossimo concorrente del reality show. Sarà felice. Se solo sapesse il motivo… Mi stappo una birra, me la bevo in poche sorsate. Avrei voglia di fumare ma ho smesso un paio di anni fa. È la parte più difficile, bere senza fumare. Sono ubriaco, quando finalmente i sensi e i pensieri mi abbandonano. Mi suona il telefono; sono le otto e mezzo e devo correre in produzione. Cazzo, quanto è tardi.

(fine prima parte)

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